Uri Nissan Gnessin nacque in Ucraina nel 1879. Figlio di un rabbino studiò nella yeshivà del padre. A 15 anni, assieme a Haim Brenner, iniziò a pubblicare un settimanale destinato a un ristretto numero di amici. A 18 anni entrò nella redazione di un giornale letterario di Varsavia nel quale pubblicò poesie, critica letteraria e traduzioni. Nel 1907 si trasferì a Londra dove assisté Brenner nella pubblicazione di un periodico ebraico. Passò poi alcuni mesi in Palestina senza riuscire ad adattarsi e tornò in Rusia dove morì per un attacco di cuore nel 1913. Aveva solo 34 anni.
Anche se in italiano manca persino la voce wikipedia dell'autore c'è chi lo considera uno dei fondatori della letteratura ebraica moderna.
Gershon Shaked scrive: Sebbene Gnessin non abbia lasciato un'opera colossale, la sua eredità è una delle più importanti nella letteratura ebraica.
Attraverso ciò che nell'ambito della critica letteraria sarebbe poi divenuto noto come “flusso di coscienza” Gnessin presentava il mondo esterno attraverso i processi emozionali interiori dei personaggi.
Anche se non poteva aver letto i maggiori professionisti del flusso di coscienza (James Joyce, Virginia Wolf o Marcel Proust) era Influenzato dagli stessi sviluppi letterari e sociali di questi scrittori. In tutta la borghesia europea, società ebraica inclusa, l'isolamento individuale e il crollo della tradizione religiosa richiesero e ricevettero una voce letteraria.
Nell'antologia 8 Great Hebrew Short Novels – pubblicata per la prima volta negli anni '50 e la terza nel 2009 – il racconto di Uri Gnessin è al primo posto seguito da quelli di Yosef Haim Brenner, Yitzhak Shami, David Vogel, Amos Oz, Yehoshua Kenaz, A.B. Yehoshua. Purtroppo nell'edizione italiana Sei capolavori della letteratura ebraica mancano i primi due autori.